Marasso
Vipera berus berus (Linnaeus, 1758)
Quanto più limitata è la disponibilità di quartieri invernali in una determinata regione, tanto più i marassi devono riunirsi a trascorrere il periodo di latenza in gruppi, in tane sotterranee comuni alle quali di norma tornano poi ogni anno. Nelle regioni nordiche è possibile reperire fino a 800 animali nello stesso rifugio, mentre da noi i gruppi raramente superano la dozzina di individui. In primavera, dopo il disgelo, solitamente nel mese di aprile, i primi a riprendere l'attività sono i maschi sessualmente maturi. Durante le prime 2-3 settimane si soffermano a termoregolarsi in luoghi soleggiati, asciutti e al riparo dal vento, dando così tempo agli spermatozoi di portare a termine la maturazione e alla nuova pelle di formarsi sotto la vecchia ormai opaca. Poi si mettono alla ricerca delle femmine disposte all'accoppiamento. Queste ultime hanno abbandonato nel frattempo i rifugi invernali e si sono avviate verso le aree di accoppiamento lasciando dietro di sè segnali odorosi sul terreno. Non appena un maschio incappa in una tale traccia la segue, controllandola con la lingua, che nei serpenti svolge funzioni soprattutto olfattive. Raggiunta la femmina ha luogo la muta, che dura solo pochi secondi.

Al di sotto dei 1000 m s.m. il Marasso è legato alle torbiere (da cui il nome forse più noto di "Marasso palustre") e risulta quindi fortemente minacciato al pari di queste ultime; ciò vale in particolare per l'ultimo sito noto sull'Altopiano, nel Canton Zurigo. Le conoscenze concernenti la zona montana (tra i 1000 e i 1500 m s.m.) sono molto lacunose poichè gli inventari dei Cantoni della Svizzera centrale non sono ancora stati elaborati. Lo stesso vale in principio anche per le fasce subalpina e alpina (oltre i 1500 m s.m.), anche se sulla base di vari rapporti si potrebbe supporre che in queste regioni la specie non sia ancora in pericolo.
- attuare concretamente la protezione delle torbiere alte! Assicurare a queste zone umide adeguate fasce tampone e creare collegamenti tra biotopi simili.
- negli habitat già attualmente noti evitare di ripulire completamente il soprassuolo e di intensificare l'utilizzo agricolo
- conservare siepi, margini di bosco naturali, macchie di arbusti, radure, muri a secco e ammassi di pietre.
- evitare di bruciare gli arbusteti nani e quelli a Ontano di monte (Alnus viridis)
- evitare di progettare piste da sci sui pendii esposti a sud.
Marasso con colorazione nera (melatonica)
Marasso punteggiato d'arancione
Marasso nel suo habitat tipico
Habitat tipico del Marasso
Scheda specie
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Aspetto robusto e massiccio (soprattutto nelle femmine)
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Testa e collo nettamente distinti
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Colorazione molto variabile, normalmente marrone nella femmina, grigia nel maschio, ma spesso di tonalità rosse e gialle
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Presenza d’individui melanici localizzati nel Jura e nelle Alpi
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Disegno dorsale a forma zigzagata regolare e continua, nero e molto in contrasto nel maschio, marrone scuro e meno in contrasto nella femmina
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Muso arrotondato
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Squama oculare sporgente
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Pupilla verticale
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Testa caratterizzata da numerose piccole squame, con la presenza di tre grandi squame sulla parte mediana
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Presenza di una colonna di squame tra l’occhio e il labbro superiore
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Spesso caratterizzato da un disegno a forma di V dietro la testa
- Confusioni possibili: Vipera comune, Colubro liscio
- Statuto Lista Rossa: minacchiato (EN) (Lista Rossa)
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Downloads
- Il marasso (pdf)
- Serpenti - come comportarsi (pdf)
- Article: Peur des serpents? (pdf, francese) / Artikel: Angst vor Schlangen? (pdf, tedesco)
Informazioni supplementari
- Bestimmungshilfe: Faden- und Teichmolch-Weibchen, Braunfrösche, Wasser- oder Grünfrösche, Eidechsen, Schlingnatter und Kreuzotter, Ringelnatter-Unterarten. Rundbrief zur Herpetofauna von Nordrhein-Westfalen Nr. 28 (2005). Bearbeitet von Martin Schlüpmann.