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Promuovere gli anfibi nelle zone di cava

Le zone d’estrazione come le cave di ghiaia e di argilla formano, tramite la loro attività estrattiva, degli habitat secondari molto importanti per gli anfibi, i quali necessitano di habitat dinamici. I gestori delle cave hanno quindi una responsabilità particolare per le specie minacciate di anfibi. In questi luoghi, i siti di riproduzione si spostano annualmente o ogni paio d’anni, a seconda delle attività d’estrazione e di discarica. Si formano così biotopi transitori a carattere pionieristico. Con queste pozze si possono promuovere le specie fortemente minacciate quali l’Ululone a ventre giallo, il Rospo calamita e la Raganella.

Nelle zone d’estrazione abbandonate, nelle quali non avvengono praticamente più cambiamenti, si trovano a proprio agio altre specie di anfibi: gli stagni permanenti e privi di pesci (ad es. bacini di sedimentazione) offrono un habitat adatto al Rospo ostetrico e alle Rane verdi, mentre le pozze alimentate dalla falda acquifera sono ideali per il Tritone crestato, il Tritone punteggiato, la Rana agile e la Raganella. Per quest’ultime quattro specie è importante la vicinanza (< 300m) ai boschi misti di latifoglie o ai boschi golenali.

 

 

Informazioni pratiche:

La promozione delle specie minacciate di anfibi (Ululone a ventre giallo, Rospo ostetrico, Rospo calamita, Tritone crestato, Tritone punteggiato, Raganella, Rana agile) può essere definita in un accordo di prestazioni a priori tra l’autorità responsabile delle concessioni e la società estrattrice o come condizione durante la fase d’estrazione (conforme all’ „Inventario federale dei siti di riproduzione di anfibi di importanza nazionale (ISAN)“). Questi accordi possono al contempo essere integrati in una certificazione (per es. tramite la fondazione romanda „Nature & Economie“).

In caso di modifiche nella pianificazione del territorio così come nella pianificazione di zone d’estrazione, di discarica e di bonifica, bisogna tenere in considerazione le esigenze di habitat delle specie minacciate di anfibi. La creazione di un gruppo di accompagnamento, costituito da esperti di conservazione della natura, si è rivelata molto utile per la consulenza tecnica durante la fase di estrazione e di discarica (ad es. ONG, i rappresentanti regionali del karchFSKBStiftung Landschaft und Kies).

Le informazioni pratiche contengono informazioni più dettagliate utili alla promozione di queste specie.

 

Quali specie si possono promuovere nei luoghi d’estrazione?

La Raganella popola le zone d’estrazione che possiedono un mosaico di acque in diverse fasi di successione (nuove pozze prive di vegetazione, così come pozze più datate, ricche di vegetazione, soleggiate e poco profonde), nei pressi delle quali ci sono cespugli e arbusti.

È importante che nella zona d’estrazione ci siano boschetti e arbusti, o che nei suoi pressi si trovi un bosco misto di latifoglie (distanza massima 300 m).

 

L’Ululone a ventre giallo popola le zone d’estrazione che possiedono degli habitat di transizione di natura pionieristica. È necessaria una quantità sufficiente di guazzi. Le singole pozze sono piuttosto piccole, soleggiate (quindi si scaldano velocemente), con poca vegetazione e si prosciugano in autunno e in inverno.

Nelle zone d’estrazione, il Rospo ostetrico utilizza le pozze permanenti e prive di pesci, come ad es. i bacini di sedimentazione, nelle cui immediate vicinanze si trovano pendii con poca vegetazione, da sassosi a sabbiosi e ben soleggiati, che fungono da habitat terrestre.

Il Rospo calamita si trova oggi quasi esclusivamente in habitat secondari come le zone d’estrazione (cave di ghiaia, sabbia e argilla), dove utilizza i biotopi transitori a carattere pionieristico. Le pozze sono poco profonde, soleggiate (quindi si scaldano velocemente) e seccano in autunno e in inverno. Il Rospo calamita necessita di diversi siti di riproduzione adeguati, mantenuti nella fase iniziale di successione grazie ai regolari interventi o all’attività d’estrazione.

Nelle zone d’estrazione, il Tritone crestato e il Tritone punteggiato popolano le pozze ricche di vegetazione subacquea, cioè quelle che persistono per diversi anni. Sono particolarmente ideali gli stagni nelle zone d’estrazione abbandonate che si trovano al livello della falda acquifera, in quanto le pozze si prosciugano in autunno a causa del livello instabile delle acque sotterranee.

È importante che nella zona d’estrazione ci siano boschetti e arbusti e che nei suoi pressi si trovi un bosco misto di latifoglie o golenale

La Rana agile può trovarsi nelle zone d’estrazione a condizione che nelle vicinanze ci sia un bosco. Utilizza le pozze che rimangono nella stessa situazione per diversi anni (quindi non biotopi transitori), ricche di vegetazione e che seccano ogni paio d’anni.

Anche la Rana rossa, il Rospo comune, le Rane verdi, il Tritone alpino e il Tritone palmato popolano le zone d’estrazione e si riproducono nelle acque permanenti.

Quali specchi d’acqua possono essere creati nelle zone d’estrazione?

I dettagli riguardanti la costruzione dei siti di riproduzione, la manutenzione degli specchi d’acqua e dell’habitat terrestre circostante sono riportati negli opuscoli “Informazioni pratiche anfibi”.

Su terreni impregnati d’acqua

Questi specchi d’acqua sono tipicamente pionieri su terreni argillosi o impregnati d’acqua, in questi casi basta compattare il suolo in diversi punti per far sorgere dei piccoli stagni. Inoltre queste pozze possono essere alimentate dall'acqua di scorrimento superficiale che scende dai pendii, dal reticolo idrico creato da drenaggi o dalle sorgenti.

Questi biotopi transitori possono essere spostati in altre zone della cava dopo alcuni anni (a seconda dell'attività d’estrazione). Importante! Prima di riempire con materiale le pozze esistenti durante l’inverno, bisogna prima crearne di nuove (L’ ideale è un periodo di sovrapposizione di 2 stagioni)!
 

Su terreno impermeabile

Questi specchi d’acqua possono essere facilmente creati nelle cave di argilla o di ghiaia compattando diversi strati di fango o argilla nelle buche a disposizione.

Questi biotopi transitori possono essere spostati in altri siti della cava dopo alcuni anni (a seconda dell'attività d’estrazione). Importante! Prima di riempire con materiale le pozze esistenti durante l’inverno, bisogna prima crearne di nuove (L’ideale è un periodo di sovrapposizione di 2 stagioni)!

Sui terreni alimentati d’acque sotterranee possono essere scavate delle pozze: il fondale non dev’essere troppo profondo, così che l’acqua si possa prosciugare ogni due anni.

Se non c’è né acqua sotterranea né un denso substrato, si possono creare pozze d'acqua con impermeabilizzante artificiale (per es. lamine) nelle zone d’estrazione abbandonate. Affinché queste acque favoriscano anche le specie pioniere (Ululone a ventre giallo, Rospo calamita, Raganella), dev’essere istallato uno scarico sul fondo. Un’altra possibilità è quella di riempire di ghiaia grandi e profonde vasche di lamina e sulla loro superficie modellare nuovi gruppi di guazzi ogni due anni.

Mantenere i canali di scolo aperti lungo i sentieri e ai piedi di pendii senza deviarli in tubi. Tramite scavi sparsi nell’area delle cave si possono creare piccoli stagni permanenti con poco sforzo.

I bacini di sedimentazione nelle zone d’estrazione possono essere utilizzati come siti di riproduzione, in particolare dal Rospo ostetrico, purché siano privi di pesci e contengano acqua tutto l'anno.

Habitat terrestre

E’ importante offrire sufficienti nascondigli (per es. ammassi di rami e ceppi tagliati, accumuli di pietre, legno morto ecc.) in particolare nell’area limitrofa e povera di strutture delle zone d’estrazione.

Il Rospo ostetrico ha qualche esigenza più particolare: quale habitat nelle zone d’estrazione richiede dei pendii soleggiati, con zone senza vegetazione e in vicinanza dell'acqua.